Sarà
il Columbus Centre di Toronto ad
ospitare dal 3 febbraio al 27 aprile
2011 prossimi la mostra "Estratti di un
Principe di nome Totò", curata da Laura
Caparrotti. L’evento, organizzato
dall’Istituto Italiano di Cultura di
Toronto, insieme al Centro Scuola e
cultura italiana, intende celebrare la
vita e la carriera di Antonio De Curtis,
alias Totò, (1898-1967), uno dei
personaggi senza dubbio, più famosi
nella storia del cinema italiano, nonché
più naturalmente predisposti all’ironia
mai comparso davanti ad una telecamera.
L’inaugurazione dell’esposizione, basata
sulla mostra principale "A Principe di
nome Totò", curata da Diana de Curtis, è
fissata al 3 febbraio, precisamente
presso la Lower Gallery del Columbus
Centre. A seguire la proiezione del
nuovo documentario "Lei non sa chi è
Totò", e la presentazione, nelle
settimane successive, di una serie di
film, sottotitolati in inglese, che
delizieranno i fan del grande attore
italiano, presentandolo
contemporaneamente alle generazioni più
giovani.
"Estratti di un Principe di nome Totò" è
una celebrazione di Totò, genio comico,
tutto italiano. In mostra, poster di
film originali, manoscritti e fotografie
personali provenienti dall’Archivio
della Famiglia De Curtis; insieme a
lavori che rivelano l’intero spettro
artistico del genio Totò, attore
televisivo, teatrale, compositore, poeta
e uomo.
Una mostra fatta non solo di immagini,
ma anche di numerosi ed importanti
testimoni che esprimono l’ammirazione
personale per l’artista ed offrono
un’analisi sul personaggio. Tra queste,
F. Murray Abraham, Ben Gazzara, Renzo
Arbore,
Ninetto Davoli, Achille Bonito
Oliva, Mike Bongiorno, Lucio Dalla,
Antonio Monda, Professor Asor Rosa,
Philosopher Massimo Cacciari, Enzo
Moscato, e
Liliana De Curtis, figlia di Totò.
Quanto al documentario "Lei non sa chi è
Totò" (Sky Cinema Classic e Cinecittà
Entertainment, 2005), diretto da Massimo
Ferrari, è composto di numerose parti
quali "La Marionetta", "Totò
e le Donne", "Totò, Peppino e... ",
etc. In particolare, il documentario
analizza l’unicità dei personaggi e
delle caratteristiche incarnate da Totò:
dal linguaggio, simile a quello dei
futuristi, alla maschera; dal tema
eterno della fame, al lavoro incredibile
di mimo nel famoso episodio "L'Aigle or
Le Grand Cirque", inteso come parte di "Uccellacci
e uccellini", diretto da
Pier
Paolo Pasolini.
Il documentario è stato trasmesso per la
prima volta nel novembre 2004 su Sky
Cinema Classic. L’apparizione
nell’ottobre scorso negli Stati Uniti ne
ha segnato il debutto internazionale.
Quanto invece al programma dei film in
programmazione presso il Columbus Centre,
si comincia il 16 febbraio, con "Pompieri
di Viggiù"; il 2 marzo "Un
turco napoletano"; il 16 marzo, "Siamo
uomini o caporali? "; il 30, "Destinazione
Piovarolo"; il 13 aprile "L'imperatore
di Capri"; il 27 "La
legge è legge".
Una delle figure più famose ed amate in
Italia, Antonio De Curtis, è nato nel
rione Sanità, un quartiere povero e
popolare di Napoli, dove insieme ad
alcuni amici, quali i fratelli De
Filippo (Eduardo, Titina, e Peppino), ha
iniziato la sua carriera in piccoli
teatri, recitando in racconti e plot
basati sulla tradizione della Commedia
dell’arte. Figlio di
Anna
Clemente e del marchese Giuseppe de
Curtis, che lo ha riconosciuto come
figlio nel 1922, nel 1933 Totò ha
eredito una serie di titoli, tra cui
quelli di Principe di Bisanzio, Duca di
Cipro, e nobile cavaliere del Sacro
Romano Impero.
Totò nasce dunque come attore nei teatri
di strada di Napoli; e come attore è
stato ed è tuttora celebrato nel mondo
intero.
Ma Totò è molto di più di tutto questo:
ha scritto oltre 30 poesie ed ha
composto più di 40 canzoni, molte delle
quali cantate da famosi artisti
italiani. Sfortunatamente, la sua arte
come poeta e compositore è meno
conosciuta e apprezzata rispetto alle
sue doti di attore. A parte la canzone "Malafemmena"
e la poesia "A
Livella", la poesia e la musica di
Totò non hanno ricevuto il giusto
riconoscimento. Solo nell’ambito
dell’opera omnia dell’artista è
possibile comprendere appieno il genio
Antonio De Curtis e i motivi che lo
portano ad essere considerato come uno
dei maggiori artisti di tutti i tempi.
La capacità di Totò di descrivere un
paesaggio, un sentimento o una
situazione sociale è paragonabile alla
sua arte di rappresentare un carattere
sul palcoscenico o davanti ad una
cinepresa.
Nel 1922 Totò si è trasferito a Roma,
dove ha fatto le sue prime apparizioni
in sale più importanti. Negli anni ’30
ha fondato compagnie proprie, da solo ed
insieme ad artisti importanti quali la
grande Anna
Magnani, come usava chiamarla lui
stesso. I suoi spettacoli, musical,
balletti e sketches comici, sbancavano
sempre ai botteghini delle sale
italiane.
Dopo il primo film "Fermo
con le mani", che debutta nel 1937,
Totò è comparso in oltre
100 film,
divenendo una leggenda vivente per il
pubblico, anche se ampiamente ignorato
da critici ed esperti, fino a dopo la
sua morte, quando tutti lo hanno
riconosciuto come genio il cui lavoro
resta unico e grandioso.
L’attore ha lavorato con alcuni dei
registi più importanti, tra cui
Mario
Monicelli,
Roberto
Rossellini,
Vittorio
De Sica,
Eduardo
De Filippo e
Pier
Paolo Pisolini; ed attori più
famosi: Sophia Loren Ben Gazzara, Orson
Welles, Vittorio De Sica, Anna Magnani,
Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni,
Fernandel. Totò ha anche realizzato
numerosi film di successo insieme a
Peppino
De Filippo.
"Nell’atmosfera contenziosa del cinema
italiano – afferma Richard Peña, regista
di Film Society al Lincoln Center di New
York - in cui i partiti politici
nominano i candidati per i festival
cinematografici più importanti, c’è un
unico argomento sul quale destra e
sinistra, comunisti e democristiani sono
d’accordo: Totò è in assoluto il Re".
(aise)
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