Sono
ben lieto di scrivere su Totò. Questa
lunga operazione espositiva, in cui ha
creduto, tra gli altri, principalmente
Enzo Angiuoni, a cinquant’anni dalla
scomparsa del grande attore, ha visto
varie tappe in diverse regioni. Alla
Pinacoteca Comunale di Teora (AV), al
Museo Città Creativa (SA), alla
Biblioteca Comunale “L. da Vinci” di
Bellizzi (SA), ho avuto da guest critic
l’opportunità di intervenire per
determinare un focus interpretativo
sull’artista Totò.
Moltissimi
gli artisti che hanno aderito. Ho visto
variegate partiture e diverse redazioni,
dalle pittoriche alle plastiche. Un
incredibile chiasma visivo è stato
prodotto. Scrivere su tutti è
impossibile.
Chi ha
partecipato l'ha fatto ben volentieri, e
questo è un aspetto positivo da
considerare. Gli artisti in campo non si
possono questionare, perché il loro
lavoro è da interpretare come gesto
d’amore nei confronti di un grandissimo
napoletano; un atto d’amore non si può
discutere, si accetta!
Le valenze
in campo, plurime e diversificate, hanno
ratificato un ventaglio propositivo e
reso una parabola di effetti, tanto da
manifestare una scala di multipli codici
e di differenti rese di qualità, da
tagli congrui a incoerenti. Taglio
questo mio intervento con una brevissima
ricognizione, perché mi fa piacere
ripercorrere e ripescare l’attenzione
che corre dietro Totò, anche in altri
ambiti, non mancando di precisare anche
su artisti, oggi presenti all’itinerante
rassegna, che non si sono mossi solo per
il cinquantenario della scomparsa, bensì
anche prima per ricordare e onorare
l'Artista, tanto per fornire un
contributo storico-sociologico.
*Il 14
novembre 2014, al Centro Culturale "La
Città del Sole" - ex Asilo Filangieri
(piano terra), vico Giuseppe Maffei, 18,
a Napoli fu presentato “Totò Memories –
Il Museo del Principe atteso da vent’anni”,
documentario-inchiesta dei giornalisti
Carlo Maria Alfarano e Daniela Giordano.
Lo girarono per amore del Principe Totò
e per spiegare i retroscena riguardo al
museo mai costruito in omaggio alla
figura più amata dal popolo napoletano.
Da
vent’anni e più i cittadini aspettano un
luogo che commemori Antonio De Curtis e
il documentario racconta le
vicissitudini e le ragioni per cui il
museo non avrà un’inaugurazione, almeno
per ora. E’ l'omaggio a una delle figure
più rappresentative della città di
Napoli; icona che rivive nei gesti e
nelle battute del popolo napoletano, ma
che non ha un luogo fisico che lo
commemori.*“Totò Dentro”, poetic
music-hall sull’anima più segreta di
Antonio de Curtis, per la regia di
Riccardo De Luca e aiuto regia e
coreografie di Annalisa Renzulli, è
stato rappresentato con successo.
Quello che
il mondo intero conosce, il prodigioso
personaggio comico, è il Totò “fuori”.
Antonio de Curtis stesso ci tenne a
dividere se stesso da Totò: lo teneva a
distanza, lo faceva mangiare in cucina,
senza pietà lo sfruttava per vivere. Il
principe ha sempre detto che lui era un
altro, diverso dal quel personaggio che
tutti conosciamo col nome di Totò.
Mentre il Totò “dentro” è quell’anima
complessa, ipersensibile, malinconica,
articolata e contraddittoria che poco si
conosce.
Sono da
riconsultare le sue poesie, i suoi
scritti, i suoi pensieri, oggi forse
ancora più potenti dei suoi gesti
comici, e anche le testimonianze dei
parenti, degli amici, dei critici, a
cominciare dalle pagine che
Liliana de Curtis, figlia del
Principe, ha dedicato alla ricostruzione
della sua vita personale e familiare.
“Le poesie di Totò sono forse il suo
“violon d’Ingres”; forse ancora di più:
corollari ed effusioni di infinite
malinconie e nostalgie e tenerezze e
ironie che l’esigenza del palcoscenico
sopprime e la telecamera crudelmente
recide.” dice Carlo Nazzaro, che scrisse
l’introduzione alla sua prima edizione
di poesie nel 1964. In questo spettacolo
è stata ricordata
Liliana
Castagnola, la più famosa vedette
d’Italia, fragile e passionale, che si
suicida per lui consegnandogli il senso
di colpa che lo accompagnerà per sempre,
sino alla moglie
Diana
Rogliani pronta ad affrontare le
insidie dell’amore di un uomo
complicato, fatte di esasperate gelosie
e smanie di possesso.
*Totò
interessa sempre, i suoi film sono
diventati dei “cultmovies” e libri sulla
sua vita escono a getto continuo, come “MALAFEMMENA
La canzone di Totò”, con prefazione di
Renzo Arbore, scritto da Lorenza Fruci
(Virgola. Canzoni, pp. 150, euro 18,00;
isbn 978-88-6036-418-0). Chi fosse la
vera musa ispiratrice della canzone
Malafemmena si è saputo solo di recente,
grazie alle dichiarazioni di
Liliana de Curtis, figlia del
principe Antonio de Curtis, in arte
Totò, ripetute più volte anche in tv.
Totò nel 1951 compose la canzone,
scrivendone parole e musica, senza,
peraltro, essere né musicista, né
paroliere; non la incise mai, né mai la
cantò in pubblico; probabilmente, la
cantò nelle prove che seguiva,
specialmente a tarda ora, per sfuggire
all’assedio dei napoletani, nella sede
della casa editrice “La Canzonetta”.
Tutti
pensano che “Malafemmena”, la più famosa
canzone di Totò, sia stata scritta per
Silvana
Pampanini, l’attrice che aveva
rifiutato la sua offerta di matrimonio.
In realtà, la canzone fu scritta e
“dedicata” alla moglie
Diana,
colpevole di essere venuta meno a una
promessa che i due coniugi si erano
scambiati: anche se ufficialmente
separati dovevano convivere nella stessa
casa fino al raggiungimento del
diciottesimo compleanno della figlia
Liliana, ma Diana, stanca delle continue
scappatelle di Totò, sposò l’avvocato
Tufaroli facendo sprofondare il Principe
nello sconforto assoluto. La cantò
Giacomo Rondinella; il lancio ufficiale
avvenne ad opera di Mario Abbate.
La
Piedigrotta La Canzonetta 1951 debuttò
sabato 11 agosto al Teatro Diana per
rimanere in scena fino a giovedì 16
agosto con due spettacoli al giorno,
dalle ore 17.30 a entrata continua.*Alla
"Galleria Mediterranea", in via Carlo De
Cesare, a due passi dalla centralissima
Piazza Trieste e Trento, la città
partenopea ritrovò per alcune ore il suo
Totò. Pitture, bozzetti e disegni dagli
anni Venti ai Cinquanta sostanziarono
l'interessante esposizione "Totò nelle
caricature storiche di Onorato", che
ebbe il patrocinio dell'Associazione
Nazionale Periti d'Arte e Antiquariato e
dell'Assessorato alla Cultura della
Regione Campania. Inaugurata dalla
figlia del principe del sorriso
Liliana De Curtis, amabile signora
che viene cinta d'affetto a ogni
comparsa a Napoli quando si ricorda il
padre, vide presenti moltissimi "addetti
ai lavori".
La mostra
fu curata da Paolo Perrone Rurali
d'Arezzo, in occasione dell'uscita del
suo volume illustrato "TOTO' E ONORATO
il principe della comicità e il principe
della caricatura teatrale", con
interventi esclusivi di Mario Scaccia e
Mario Verdone (Nuove Edizioni
Culturali/Milano Archivio del Futurismo
"Burali"-"A. Viviani"/Arezzo).*Come non
ricordare Andrea Petrone, pittore di
corte, che a maggio 2003, realizzò una
grande personale al Parco di Pinocchio a
Collodi, nell’ampio spazio del
“Laboratorio delle Parole e delle
Figure”, progettato dal grande
architetto Michelucci, dal 27 aprile al
18 maggio, dal titolo “TotòPinocchio
chiò chiò”.
Per
l’occasione fu stampato un catalogo a
cura della Frassa Associati, con
interventi critici della Fondazione
Nazionale Carlo Collodi, di Edoardo Di
Mauro e Maurizio Vitiello. Nel mese di
settembre 2003, all’interno della
manifestazione Città Spettacolo, a
Benevento fu inaugurata, nella Galleria
Comunale “Arte e Cultura“, la sua
personale dedicata a Totò, alla presenza
della figlia Liliana De Curtis. A
ottobre fu presente alla mostra “Un
Principe chiamato Totò” alla Gipsoteca
del Museo dell’Arte Classica, alla
Università degli Studi di Roma la
Sapienza; il 17 novembre 2003 questa
mostra fu allestita anche a Palazzo
Ducale di Genova. Il 27 novembre 2003,
Panorama, pubblicò una sua
TotòShoppingBags: un'opera ideata
appositamente per quest’importante
rivista.
Il 4
dicembre 2003 fu inaugurato, a Milano,
un nuovo spazio, l’Atelier “Etcetera”,
che espose alcune sue TotòShoppingBags,
alcune serigrafie a colori (Vot’Antonio)
e la tombola d’artista “Morfè chiste so’
nummere!”. Nell'ambito della
manifestazione "Quattro notti e … più di
luna piena" a Benevento, nel mese di
luglio 2004, fu organizzata una sua
mostra personale, dal titolo: "TotòBeneventò".
Per il quarantennale dalla morte di Totò
fu inaugurata la mostra “Un
Principe chiamato Totò”, a Napoli,
il 24 aprile 2007, nell'Antisala dei
Baroni a Castelnuovo; per quest’occasione
l’artista Andrea Petrone espose una
trentina delle sue famose “TotòShoppingBags”,
per la prima volta in questa città.
*In
conclusione, da ricordare anche Maria
Pia Daidone che alla “NeoArtGallery”, in
Via Urbana, 12, a Roma, alla sua
personale “Sagome Svelate”, 11 giugno
-13 luglio 2015, presentò la singolare e
unica “Sagoma-Totò”, dedicata al
grandissimo artista, consegnata alla
figlia Liliana de Curtis, opera notata
nelle varie tappe espositive delle
mostre-ricordo di Totò, che entrerà a
far parte del costituendo museo dedicato
al “Principe del Sorriso”, in un
allestimento al “Palazzo dello Spagnuolo”,
esattamente a Via Vergini n. 19, a
Napoli, per la verità mai completato, e
aperto, se la memoria non m'inganna, per
poche ore nel 2010, o più volte ...?
Maurizio
Vitiello
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