Totò nel 1917, durante il servizio militare che segnò la sua vita per l'incontro con un odioso caporale il quale lo sottopose a ogni sorta di umiliazione. Fu lui ad ispiragli la famosa frase "Siamo uomini o caporali?", in cui i caporali rappresentano la parte deteriore del potere.

Totò giovanissimo, a Roma, dove iniziò una famosa gavetta teatrale caratterizzata da un'estrema povertà, divisa con gli altri giovani aspiranti attori, affamati come lui e ricchi solo di sogni di gloria.

Totò a Roma nel 1922, all'epoca della sua prima scrittura, nella Compagnia Teatrale dell'impresario Capece che lo licenziò in tronco, rifiutandogli i soldi per pagarsi il biglietto del tram: uno dei pochi caporali.

Totò a Roma in una delle sue prime esibizioni, nella macchietta del "Bel Ciccillo", del repertorio del suo maestro, l'attore napoletano Gustavo De Marco, "eccentrico fantasista".

Totò a Napoli nel 1929, a sette anni dalla prima scrittura teatrale. Ha gia assoporato il successo e ama atteggiarsi a Rodolfo Valentino, con le basette lunghe sulle guance e l'impeccabile smoking.

Totò ancora in versione di bel tenebroso, con i capelli impomatati in una lucida calotta secondo la moda dell'epoca. Pur non essendo bello, ha già la fama di "sciupafemmene".

Anna Clemente, la madre di Totò <vedi scheda>

Liliana Castagnola, la sciantosa di origine genovese che amò follemente Totò, tentando accanto a lui di riscattarsi da un passato burrascoso. Eccola in abito di satin, pelliccia di ermellino e braccialetto a forma di vipera: l'immagine della donna fatale.

Liliana Castagnola in abito di scena. E' una di quelle immagini che suscitano la gelosia di Totò, rendendo problematica la loro relazione, caratterizzata da una forte attrazione fisica, ma anche da violenti litigi.

Totò posa per un ritratto con l'immancabile sigaretta. Ne fuma anche cento al giorno spiegando: "Ho soltanto due hobby: il fumo e un altro che non si può dire. Si campa una volta sola e quindi non intendo rinunciare a nessuno dei due".

Totò dopo il dramma di Liliana Castagnola ha ritrovato il sorriso. Nel '32 ha conosciuto una bellissima ragazza di appena sedici anni, Diana Rogliani che diventerà poi sua moglie. A lei è dedicata questa fotografia del 1935: "A Diana che adoro".

Totò nella fine degli anni '30, sulla tolda della nave che lo condurrà in tournèe in Etiopia. E' uno dei suoi rari viaggi, poichè teme il mare e si giustifica citando una massima di Pulcinella: "Miezo o' mare nun ce sta taverna".

Totò nel 1941 dedica una sua fotografia al giornalista Alessandro Ferrau, curatore di una prima biografia a cui, dieci anni più tardi, seguirà "Siamo uomini o caporali".

Totò a trentasei anni, in vacanza sulla spiaggia di Viareggio. Anche in costume da bagno non perde la sua naturale eleganza, ostentando un piglio da dominatore. I tempi in cui aveva "le pezze al culo" sono ormai lontani.

Totò con Mario Monicelli, Vittorio Gasmann, Renato Salvatori sul set del film "I soliti ignoti"

Totò con Coppi e Bartali sul set del film "Totò al giro d'Italia"

Totò con Giacomo Rondinella in momenti privati

Totò bacia affettuosamente Renato Rascel in momenti di relax

Totò abbraccia affettuosamente Carlo Dapporto