Si
può fare a meno di Totò? Negli anni
Cinquanta una certa Italia, ideologica e
supponente, ne era convinta. Ma siccome
«ogni limite ha una pazienza», l'altra
Italia piano piano ha preso la sua
rivincita dimostrando nei fatti (negli
incassi, nelle battute che diventavano
patrimonio di tutti, nel piacere di
lasciarsi andare ai suoi lazzi e ai suoi
sberleffi) che di Antonio de Curtis di
Bisanzio, altezza imperiale, conte
palatino, cavaliere del Sacro Romano
Impero, duca di Macedonia e d'Illiria,
principe di Bisanzio eccetera eccetera,
non si poteva proprio fare a meno.
Perché nessun altro come lui ha saputo
diventare la maschera di un Paese tutto,
complesso e nello stesso tempo lineare
come l'Italia, capace di arrangiarsi
quando serviva, e insieme rispettoso
della più autentica generosità, che non
nascondeva ipocritamente la sua fame di
cibo e di sesso (come invece cercava di
fare una certa Italia altezzosa e
fintamente libertaria) ma disposto a
riconoscere i dritti binari della morale
e dell'onestà, convinto che divertirsi
fosse un diritto di tutti ma
sensibilissimo al dolore e alla
sofferenza...
La sua complessità, a volte lunare e
surreale a volte lancinante e
metafisica, lo ha reso «contemporaneo» a
ben più di una generazione, ognuna
riconoscendovi quello di cui aveva
bisogno: nell'immediato dopoguerra la
forza di rivendicare i bisogni per
troppi anni repressi, negli anni
Cinquanta la capacità di irridere le due
grandi «chiese» del Paese — Dc e Pci —,
nei Sessanta la capacità eversiva di chi
non si fa mai ingabbiare da nessun
potere, nei Settanta il distacco ironico
dalla cupezza del pensiero dominante. E
poi ancora la rivolta contro i
«caporali» di ogni tempo, i supponenti,
i tracotanti, i furbi, i prepotenti...
In ognuno dei suoi cento e passa film ci
sono una pillola di saggezza, una gemma
di intelligenza, un giacimento di
ironia. E naturalmente una montagna di
risate. Perché far ridere, in un mondo
che per troppo tempo aveva dimenticato
come si faceva, diventò per Totò una
specie di missione umanitaria, un
imperativo categorico, un obbligo
morale. Per questo è impossibile fare a
meno di rivedere e rivedere ancora la
dettatura della lettera in Totò, Peppino
e la malafemmina, il numero del finto
morto in Napoli milionaria, il furto
della valigia di De Sica nei Due
marescialli, la lezione di scasso con
destrezza (e col buzzichino) nei Soliti
ignoti, la costruzione del busto in
mollica del commissario in Totò e
Carolina, la vendita della fontana di
Trevi in Tototruffa '62, lo spaccio
delle diecimila lire false/vere in La
banda degli onesti, il direttore
d'orchestra-fuoco d'artificio di Totò a
colori (e il numero del wagon lit e
quello degli esistenzialisti di Capri, e
il Pinocchio disarticolato e le
composizioni di Aristarco Scannagatti...)
e poi l'imitazione della gallina che ha
fatto l'uovo in Totò cerca casa, il
proclama agli italiani mammoni e
sessuofobi in Arrangiatevi!, le battute
in arabo- napoletano di Totò sceicco,
gli sguardi alle forme procaci delle sue
partner, dalla Loren alla Pampanini, i
duetti con Peppino, con Fabrizi, con
Castellani, con chiunque gli capitasse a
tiro.
L'idea di una collana di dvd con Totò
nasce proprio da qui, dal bisogno di
confrontarsi ancora una volta con la sua
genialità, il suo estro, la sua
fantasia. Per verificare che non è vero
che nessuno lo apprezzasse in vita (i
dvd sono accompagnati da un libretto
scritto per l'occasione, con testi,
interviste, commenti e soprattutto le
testimonianze di chi seppe apprezzarne
da subito l'intelligenza e la bravura,
da Bontempelli a Moravia, da Corrado
Alvaro a Filippo Sacchi, da Palazzeschi
a Flaiano a Pasolini), ma anche per
scoprire che la sua modernità non è
ancora finita e che in un cinema che ha
scambiato lo sberleffo con la volgarità,
la satira con l'insulto, l'ironia con il
cinismo, i film di Totò — perché prima
che dei suoi registi e dei suoi
sceneggiatori tutti i suoi film sono
intimamente e istintivamente di Totò —
sono uno dei momenti più alti e più
sfavillanti del cinema italiano e della
storia culturale del nostro Novecento.
L'appuntamento è quindi in edicola "Il
grande cinema di Totò" Collezione
oro - Una collezione straordinaria con i
più bei capolavori di Totò in DVD,
contributi inediti e un ricco apparato
fotografico
in un'edizione speciale di Paolo
Mereghetti e Goffredo Fofi. In esclusiva
con Corriere della Sera. Prima uscita
sabato 27 settembre "Guardie e ladri".
Paolo Mereghetti
27 settembre 2008
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