Prosegue,
senza sosta, la quinta edizione della
kermesse di Arti Sceniche, Visive e
Letterarie
“Hermes on Streets Summer’s Festival” –
promossa, dal 27 maggio al 27 settembre,
dall’Associazione Culturale Hermes
Academy Onlus – Arcigay Taranto, in
collaborazione con la
ProLoco di Taranto e numerose altre
associazioni – che, attraverso mostre di
arte visiva, reading,
seminari, workshop, recital, proiezioni,
presentazioni di libri, lectio
magistralis e concerti, celebra
l’estate tarantina, con la finalità di
riscoprire, valorizzare e conservare la
memoria storica locale,
educare le nuove generazioni (e non
solo) alla bellezza, alla diversità e
allo sviluppo sostenibile.
Per domenica 27 e lunedì 28 luglio,
l’Associazione Culturale Hermes Academy
Onlus invita i propri
soci presso la sede in Via Oberdan #71,
per il Ciclo Cineforum dedicato a Totò.
Per domenica 27 luglio, presso la sede
in Via Oberdan #71, a partire dalle ore
21.30, è prevista la
proiezione di “Miseria e nobiltà”, film
del 1954, diretto da Mario Mattoli,
tratto dall’omonima opera
teatrale di Eduardo Scarpetta. La
partecipazione è libera e gratuita;
occorre però prenotare al +39
346 622 6998.
A seguire, la trama. Felice
Sciosciammocca è uno squattrinato
popolano di Napoli, che vive alla
giornata facendo lo scrivano e
condividendo la casa con il figlio
Peppiniello, la compagna Luisella,
l’amico Pasquale, di professione
fotografo ambulante, con la rispettiva
moglie Concetta e la figlia
Pupella. Un giorno il marchesino Eugenio
bussa alla loro porta per chiedere un
favore; egli è
innamorato della bella Gemma, di
professione ballerina, ma la sua
famiglia si oppone all’unione,
poiché la ragazza non è una nobile. Il
padre della ragazza invece, Don Gaetano,
ex cuoco divenuto
molto ricco avendo ereditato i beni del
suo padrone, è felice di consentire al
fidanzamento, poiché
imparentarsi con dei nobili sarebbe il
suo sogno, ma pretende di conoscere i
parenti del giovane. Il
marchesino dunque chiede a Felice e
Pasquale con moglie e figlia di
travestirsi e fingere di essere
i suoi nobili familiari e di presentarsi
con lui a casa di Gemma. La situazione
si complica poiché
Peppiniello, stufo dei rimproveri della
matrigna, e soprattutto spinto dalla
fame, va a lavorare come
cameriere proprio a casa di don Gaetano,
presso il quale lavora il suo compare
Vincenzo, in qualità
di maggiordomo, che accetta di tenerlo
con sé fingendo che sia suo figlio. Don
Gaetano non si
rende conto della messa in scena, e non
solo cede la mano della figlia ma riesce
(ovviamente con
facilità) ad ottenere il “privilegio” di
avere i nobili parenti del marchesino a
pranzo, al quale
partecipa anche Luigino, suo figlio,
innamorato di Pupella. Ma i colpi di
scena sono imminenti;
donna Bettina, cameriera personale di
Gemma, è la moglie di Felice, che anni
prima lasciò, stufa
dei suoi tradimenti. Felice si
riappacifica con Bettina, mostrandole il
loro figlio
Peppiniello dopo
tanto tempo (dopo aver scoperto con
sorpresa che lavorava in quella casa).
Come se non bastasse
donna Luisella, che non aveva preso
parte alla finzione, si presenta a
sorpresa, litigando con Felice
e facendo scoprire l’inganno. Sarà un
colpo di scena a risolvere la
situazione: Gemma è
corteggiata da tempo dal signor Bebè,
che altri non è se non il marchese
Ottavio Favetti, padre di
Eugenio. Il marchesino scopre la doppia
identità del padre e lo costringe ad
acconsentire al suo
fidanzamento con Gemma. Così don Gaetano
benedice l’unione tra i due giovani,
oltre che quella di
Luigino e Pupella, e la riunione di
Felice e Bettina.
Per
lunedì 28 luglio, presso la sede in Via
Oberdan #71, a partire dalle ore 21.30,
è prevista la proiezione di “Signori
si nasce”, film del 1960,
diretto da Mario Mattoli. La
partecipazione è libera e gratuita;
occorre però prenotare al +39 346 622
6998.«Lo sa cos'è questo circolo, lo
vuol sapere cos’è?! Ebbene glielo dico:
è un letamaio, sì un letamaio! Insisto!
E non gliel’ho detto prima lo sa perché?
Perché sono un signore e signori si
nasce; e io lo nacqui, modestamente!»
Il film è
stato girato in Campania e precisamente
presso il centro di Grottaminarda in
provincia di Avellino dove nel centro
sorge la Piazza Intitolata al principe
della risata e dove è possibile ammirare
il bassorilievo dello stesso scolpito
sulle pareti della scalinata della
piazza stessa. Gli interni negli
stabilimenti IN.CI.R. De Paolis di via
Tiburtina a Roma.Il film è citato da Al
Pacino in “Carlito’s way” quando in una
mossa di biliardo, rievoca la comica
scena del film in cui Totò centra con il
pallino la fronte di un giocatore.
A seguire,
la trama. Il barone Ottone Spinelli
degli Ulivi, detto Zazà (interpretato da
Totò), nonostante la sua nobile
ascendenza, è sempre al verde, a causa
di una vita dissoluta passata dietro le
quinte dei teatri a corteggiare le
soubrette. Nonostante l’indigenza
economica, l’uomo continua a
intrattenere una vita da nobile, vivendo
in un albergo e servito dal fedele (e
mai pagato) Battista (Carlo Croccolo).
Incalzato da un creditore insoluto, tale
Bernasconi (Luigi Pavese), viene
denunciato perché ha falsificato la
garanzia su una cambiale in scadenza e
ovviamente scoperta. Messo alle strette,
Zazà decide con riluttanza di accettare
il consiglio di Battista, ossia chiedere
un prestito al fratello Pio degli Ulivi
(Peppino De Filippo), titolare di una
sartoria frequentata principalmente da
prelati e suore. Tra i due fratelli non
corre buon sangue a causa dello stile di
vita di Zazà, ritenuto immorale da Pio,
uomo timorato di Dio, dedito al lavoro
ed alla carità. Presentatosi a casa del
fratello, Zazà viene scacciato e, per
dispetto, fa credere al fratello di
volersi suicidare. Rientrato in casa,
riceve l’inaspettata visita della bella
e spregiudicata soubrette Patrizia
(Delia Scala), che finge di sedurlo allo
scopo di dimostrargli il suo talento
recitativo e quindi chiederli di farle
ottenere la parte in una Rivista. Zazà
spiega alla ragazza che lo spettacolo
era stato abbandonato dal produttore ma,
nel mezzo della discussione, arriva Pio,
spaventato dalle minacce suicide del
fratello. Per spillare quattrini a Pio
per la cambiale e per rilevare la
Rivista, Zazà decide di far credere al
fratello che Patrizia è sua figlia.
Valutata la situazione, Pio decide di
invitare fratello, presunta nipote e
presunto fidanzato di Patrizia (ossia
Battista) a casa sua. Durante la
permanenza a casa del fratello, Zazà si
traveste da sacerdote per ingannare
Bernasconi facendogli credere di essere
fratello gemello del vero debitore per
ottenere un rinvio del pagamento.
Successivamente nascono una serie di
equivoci, durante i quali Pio si
convince a torto di essere padre di
Patrizia ed arriva a travestirsi da
sacerdote, venendo smascherato e
abbandonato dai suoi clienti. Alla fine,
Zazà riuscirà a sanare la cambiale e
costringerà il fratello a finanziare lo
spettacolo teatrale, con Patrizia
finalmente primadonna.
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