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Film in B/N durata 86 min. - Incasso lire 470.000.000 (valore attuale € 9.555.785,12) Spettatori 2.784.000 Video-clip 42 sec. "Il giorno più corto" 1962 di Sergio Corbucci. Soggetto Alessandro Continenza; Sceneggiatura Bruno Corbucci, Giorgio Arlorio, Giovanni Grimaldi, Produzione Goffredo Lombardo per Titanus-Cinecompar, Direttore della fotografia Enzo Barboni, Musiche Piero Piccioni, Montaggio Ruggero Mastroianni, Sceneggiatore Carlo Simi, Direttore di produzione Alfredo Melidoni, Aiuto regista Franco Rossellini. Interpreti: Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Totò (un frate bersagliere), Walter Chiari, Peppino De Filippo, Nino Taranto, Eduardo De Filippo, Jean-Paul Belmondo, Yvonne Sanson, Virna Lisi, Aldo Fabrizi, Amedeo Nazzari, Gino Cervi, Erminio Macario, Anouk Aimee, Giuliano Gemma, Annie Girardot, Stewart Granger, eccetera. Trama: Al processo per tradimento a loro carico, due siciliani catturati dagli austriaci nella Prima guerra mondiale rievocano le vicende di cui sono state vittime. A dispetto dell'arringa dell'avvocato difensore che paradossalmente ne chiede la condanna, il giudice li assolve. |
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Critica: Il film si risolve in una serie di sketches che, per puro caso, hanno il fronte di guerra come teatro. Non va preso troppo sul serio. Quelli di Totò sono giochi di parole e il resto è citrullaggine. Alberico Sala, Corriere d'Informazione, Milano 15 febbraio 1963.
Anche questo film, come il precedente "I due colonnelli", sia pure in senso rovesciato e ovviamente metabolizzato e rielaborato in chiave farsesca e in parte parodistica trae lo spunto da "La grande guerra".
Il titolo sfrutta l'enorme successo commerciale dell'allora appena uscito, in cinemascope, "Il giorno più lungo", che durava 3 ore ed era interpretato da un esercito di attori in ruoli minimi. Nel film di Corbucci praticamente de Curtis è poco più di una comparsa come del resto le altre decine e decine di attori che vi compaiono: insomma tutto il Gotha italiano, a cui si aggiungono gli inevitabili, per film di questo genere, Gerard Herter e Roland von Barthrop, oltre agli altri stranieri Jean Paul Belmondo, Yvonne Sanson, Walter Pidgeon, Garden Scott, Philipe Leroy, Mac Roney, Annie Girardot, Anouk Aimee e Stewart Granger.
Con notevoli punti di riferimento alla "Grande guerra", la storia, ispirata anche a un certo pacifismo di fondo, è incentrata su due poveri diavoli siciliani (Franco Franchi e Ciccio Ingrassia) che, entrati per caso nella grande guerra e, per una serie di fortuite circostanze, processati per alto tradimento, vengono alla fine proclamati eroi loro malgrado.
Il film racconta la loro storia attraverso il proesso celebrato nei loro confronti. Con frequenti flash-back, come avveniva già in "Dov'è la libertà?" e "Lo smemorato di Collegno", Corbucci, come del resto aveva già fatto egregiamente Giuseppe Amato con "Yvonne la nuit", ricostruisce con garbo e buoni spunti di osservazione e realistica, la società italiana che, insieme a quella europea, si svegliava dalle Belle Epoque.
Non privo di arguzia (bella la lunga arringa dell'avvocato difensore Walter Chiari) il film è letteralmente frantumato in una miriade di personaggi secondari (tutti interpretati da attori famosi) e di sketches brevissimi e spiritosi, tra i quali va segnalata l'esortazione esilarante di un ufficiale italiano (Gordon Scott) che si rivolge ai suoi soldati prima della battaglia con l'urlo "Avanti Savoia ma ricordatevi di Alamo".
De Curtis interpreta il ruolo di un cappellano bersagliere, esibendosi soprattutto in pochi verbali del suo collaudato repertorio. Tratto da "Totò principe clown" di Ennio Bìspuri per gentile concessione |
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