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Lavorare con Totò era un piacere, una gioia, un godimento perchè oltre ad essere quell'attore che tutti riconosciamo era anche un compagno corretto, un amico fedele e un'anima veramente nobile.
Ogni giorno il nostro incontro in teatro, mai prima delle 13 (Totò era più nottambulo che mattiniero, mentre io pur rincasando tardi mi svegliavo presto; lui arrivava fresco fresco, leggero leggero, ed io che avevo già sforchettato, pesantino pesantino, dovevo ricorrere a doppi caffè antipennichellistici), dicevo, il nostro incontro avveniva sempre con un abbraccio sinceramente affettuoso e due bacetti, uno di qua, uno di là. Nel breve tempo che ci preparavamo per la scena da girare, c'era il solito scambio informativo a base di "come te senti", "hai dormito?" e altre domandine e relative rispostine personali. Arrivati davanti alla macchina da presa, cominciavamo l'allegro gioco della recitazione prevalentemente estemporanea che per noi era una cosa veramente dilettevole. C'era soltanto un inconveniente, che diventando spettatori di noi stessi ci capitava frequentemente di non poter andare più avanti per il troppo ridere. Il guaio, però, era che la cosa non finiva lì poiché bastava una battuta nuova, un gesto impreveduto, una reazione inaspettata per dover interrompere nuovamente il dialogo con disappunto di noi stessi, pur lieti e felici per il divertimento nostro e dei presenti, ci davamo complimentosamente la colpa l'un con l'altro.
Se il regista, visti gli inutili tentativi di sottrarci a queste crisi di fanciullesca irresponsabile ilarità, proponeva di girare due primi piani in controcampo, per utilizzare i pezzi buoni, noi ci impegnavamo solennemente di farla per l'ultima volta senza interruzione, come si addice a due professionisti seri e consapevoli del costo della pellicola.
Però, non convinti di quanto promettevamo, scoppiavamo in una irrefrenabile risata, cercavamo di giustificare all'attonito regista che il nuovo attacco era soltanto uno sfogo per scaricarci da ogni eventuale pericolo di ricaduta.
Tuttavia, prima di girare cercavamo di rattristarci nominando la nostra età, le nostre tasse e, se in quei giorni era avvenuta la dolorosa scomparsa di un nostro amico, mancato all'affetto dei suoi cari, ricorrevamo anche a questo luttuoso freno. Ma dopo un'espressione di concentrato cordoglio, purtroppo sbottavamo vergognosamente a ridere prima del ciak. «Articolo correlato: Aldo Fabrizi Le spalle di Totò» I film di Aldo Fabrizi con Totò: Guardie e ladri, Una di quelle, Totò contro i quattro, I tartassati, Totò Fabrizi e i giovani d'oggi, Il giorno più corto.
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