Tempi nostri
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Film in b/n durata 92 min. - Incasso lire 365.443.000 (valore attuale € 9.452.479,33) Spettatori 2.600.000 Video-clip 35 sec. "Tempi nostri" 1954 di Alessandro Blasetti. Soggetto Age e Furio Scarpelli da racconti di scrittori italiani contemporanei. Dell'episodio con Totò "La macchina fotografica" Sceneggiatura Age, Furio Scarpelli, Alessandro Continenza; Produttore Cines, Lux Film (Roma), Lux de France (Parigi), Direttore della Fotografia Gabor Pogany, Musiche Alessandro Cicognini, Giulio Cesare Sanzogno, Gorni Kramer. Montaggio Mario Serandrei, Sceneggiatore Guido Fiorini, Direttore di Produzione Franco Riganti, Aiuto Regista Luigi Filippo D'Amico e Isa Bartalini. Interpreti episodio "La macchina fotografica": Totò (Dionillo), Sofia Loren (la ragazza), Silvio Bagolini (il ladro), Mario Castellani (il barista). Trama: E' uno dei film che ha inaugurato la struttura ad espisodi che poi ha avuto tanta fortuna nella commedia di costume all'italiana. Si avvale di un cast affollato di attori di spicco impegnati nella trasportazione cinematografica di nove vicende "di vita vissuta" alcune ispirate a racconti di Marino Moretti, Vasco Pratolini, Giuseppe Marotta, che hanno come protagonisti la gente comune. Una garbata analisi dei sentimenti e delle esperienze quotidiane della nostra gente negli anni prima del boom. 1."Scena all'aperto" (da Marino Moretti con V. De Sica, E. Cegani): due anziane comparse ricordano il passato su un set; 2. "Il pupo" (da Alberto Moravia con L. Padovani, M. Mastroianni): una coppia con molti figli vorrebbe abbandonare l'ultimo; 3. "Mara" (da Vasco Pratolini con Y. Montand, Daniele Delorme): rassegnata a far la prostituta cambia vita per amore di un insegnante; 4. "Il bacio" (da Achille Campanile con Dany Robin, F. Périer): i pensieri di due innamorati non coincidono con i loro volti; 5. "Gli innamorati" (da Ercole Patti con A. Checchi, A. Arnova): chi dei due ama di più? Litigio; 6. "Casa d'altri" (da Silvio D'Arzi con M. Simon, Sylvie): dopo aver confessato al parroco la sua voglia di suicidio, un'anziana gli salva la vita; 7. "Scusi, ma..." (da Anton Germano Rossi con A. Sordi, E. Viarisio): scoperto dal marito, un amante cambia le carte in tavola; 8. "Don Corradino" (da Giuseppe Marotta con Vittorio De Sica, Eduardo De Filippo, M. Fiore): un irriducibile casanova trova la donna che lo incastra; 9. "La macchina fotografica" (di Age & Scarpelli con Totò, Sofia Loren): Un fotografo viene derubato mentre tenta di fare il bellimbusto con una ragazza con la scusa di fotografarla. Il film si dipana tra lazzi e risate. |
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Critica: La macchina fotografica, breve sketch sensuale con Totò e Sofia Loren è la parte meno riuscita del film che si alza nelle storie serie e cade in quelle comiche. Alberto Moravia, "L'Europeo", Milano, 4 aprile 1954.
"Tempi nostri", che uscì con il sottotitolo in parentesi "Zibaldone n.2", presenta notevoli affinità con il precedente "Questa è la vita", costituito, anche questo, di vari episodi.
Mentre il primo è però affidato a vari registi, il secondo ha la firma del solo Blasetti, che costruisce con garbo e profondità di sguardo un affresco variegato sui sentimenti italiani, dagli abissi della disperazione ("Casa d' altri"), al desiderio di vivere ("Don Corradino"), al trionfo dell'amore puro ("Mara"), all'amore materno ("Il pupo"), all'eccezionale rievocazione nostalgica di un passato che vuole prolungarsi nel presente. Va subito detto che l'ultimo episodio, appunto "La macchina fotografica", è il peggiore in assoluto.
Tratto da un soggetto di Age e Scarpelli, questo episodio dal titolo insignificante costituisce la banale coda al magnifico film di Blasetti, poi addirittura soppresso all'uscita nelle sale.
"Tempi nostri" è anche la prima coproduzione italo-francese dei film interpretati da Totò che, nel ruolo improbabile e improponibile di un attempato gagà, si esibisce per nove minuti insieme ad una stucchevole Sofia Loren e a un Mario Castellani ridicolmente di gesso, con uno scampolo, per fortuna breve, del suo vecchio repertorio, con lemossette e le smorfie della prima maniera, riproposte con la massima distrazione.
Nel gioco di infilare la penna nei fori della ruota cita esplicitamente se stesso nella famosa scena dei timbri in "Totò cerca casa". E invece di qualche interesse la sensazione che fa provare questo personaggio di Dionillo con il montgomery, che sembra anticipare visibilmente tratti psicologici e modi di vestire che saranno poi inflazionati intorno alla metà degli anni '60.
Per non far dimenticare che si tratta di Totò, Blasetti fa precedere l'ingresso in campo del gagà Dionillo dalla vecchia sagoma di Totò-marionetta, con frac e bombetta, che esce di campo sulla sinistra, mentre sulla destra entra Dionillo. L'episodio va studiato come esempio di vero e proprio smottamento dell'impianto recitativo di Totò, che qui recita senza anima, ripetendo meccanicamente alcuni suoi luoghi comuni.
Sul puro piano recitativo (cioè indipendentemente dal valore del film) sembra che Totò tocchi il livello più basso. Fanno tornare i conti le due battute checche e ad hoc, dette alla meglio. A ben studiare questo spezzone si vede chiaramente che Totò recita col pilota automatico, attingendo al suo sterminato serbatoio e soprattutto a "Toto a colori". Tratto da "Totò principe clown" di Ennio Bìspuri per gentile concessione |
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