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Anna Clemente è nata a Palermo il 2 gennaio 1881 da Vincenzo Clemente e Teresa Ambrosino (secondo la ricostruzione di Federico Clemente, figlio di Eduardo). L'appartamento dove abita Anna Clemente si trova al secondo piano di un palazzetto al numero 109 di Via Santa Maria Antesaecula nel rione Stella, soprannominato Sanità per la sua aria, a quei tempi, particolarmente salubre. Il quartiere vicino alla stazione ferroviaria, è considerato il cuore della "guapperia" napoletana. Anna, una sedicenne molto bella, orfana di padre, vive in famiglia con la madre Teresa e quattro fratelli. Sarà proprio uno di loro, lo zio Vincenzo che fa il meccanico, ad andare in municipio per denunciare la nascita del piccolo Antonio (Totò). In quanto al padre, il marchese Giuseppe De Curtis (nato a Napoli il 12 agosto 1873 e morto a Roma il 29 settembre 1944), è uno scapolo di trentatrè anni che, pur amando Anna, come nobiluomo che obbedisce alle regole del tempo e soprattutto a quelle di un padre irascibile, non convive con la sua amante, ma anzi deve tenere nascosta la relazione. E' titolare di una sartoria ambulante che, senza una sede fissa, porta i suoi servigi a casa dei clienti. Nel periodo di massimo splendore l'atelier ha pure una sede in Via Roma, vicino ai locali dell'attuale Rinascente. Negli anni successivi la sartoria si trasforma in agenzia teatrale con l'ufficio in Via Corrieri a Santa Brigida, ma non diventerà mai una fonte di grandi guadagni. Anna, chiamata in famiglia Nannina, tanto giovane da essere sfrontata non fa mistero né del suo legame, né della sua gravidanza, e vive quasi esibendola, la sua condizione di mantenuta, anche se il fidanzato è più generoso in bei regali che in aiuti concreti.
Più amante che madre, preferirà lasciare il bambino alle cure della nonna per dedicarsi completamente all'amato con il quale s'incontra tutte le sere. Sarà il bacio che gli dà prima di uscire e il profumo della cipria con cui si è fatta bella i primi ricordi del piccolissimo Antonio, che la madre ha soprannominato da sempre con il vezzeggiativo affettuoso di Totò.
Essere figlio di una nubile o, come si diceva allora, di N.N. gli pesa sempre di più mano a mano che cresce, perchè vive l'emarginazione del comportamento scostante dei compagni di giochi.
Totò raccoglie gli animali morti che incontra e dopo averli deposti in scatole di fortuna li trascina con uno spago fingendo di portarli al camposanto.
Questi giochi un pò inquietanti non sono ben visti da sua madre che gli affibbia spesso dei sonori ceffoni. l'unico sistema educativo che usa con il figlio sentendosi la sola responsabile della sua formazione, dal momento che il padre è poco presente.
Finalmente, dopo la morte del vecchio marchese, Giuseppe De Curtis si riavvicina ad Anna decidendo di sposarla il 24 febbraio 1921.
Anna Clemente muore a Napoli il 23 ottobre 1947 in via Moiarello a Capodimonte 15/c presso l'abitazione di suoi parenti, tra cui Eduardo Clemente, per malattia epatica.
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