Totò contro Maciste

 

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Film a colori durata 91 min.  -  Incasso lire 640.000.000  (valore attuale € 11.880.165,28)  Spettatori 2.369.460   Video-clip 41 sec.

"Totò contro Maciste" 1962 di Ferdinando Cerchio. Soggetto Ottavio Poggi; Sceneggiatura Bruno Corbucci, Ugo Liberatore, Giovanni Grimaldi, Gastone Da Venezia; Produttore Ottavio Poggi Per Liber Film, Wanguard Film in eastmancolor, Direttore della fotografia Angelo Lotti, Musiche Francesco De Masi, Montaggio Antonietta Ziti, Sceneggiatore Antonio Visone, Direttore di produzione Nino Battiferri, Aiuto regista Mario Castellani, Fonico Mario Del Pezzo e Raffaele Del Monte.

Interpreti: Totò (Totokamen/Sabakis), Samson Burke (Maciste), Nino Taranto (Tarantenkamen), Nadine Sanders (faraona), Luigi Pavese (proprietario del night), Nerio Bernardi (faraone), Gabriella Andreini (Nefertiti), Nino Marchetti (il visir), Carlo Taranto (l'assiro), Paolo Pieri (Kimen).

Trama: Totokamen (Totò) e Tarantokamen vengono assunti come attori in un locale a Tebe. Qui Totokamen si presenta come il figlio del dio Ammon e dotato di enorme forza. Viene così assunto dal Faraone per combattere contro Maciste che marcia su Tebe. I due si scontrano in città e con l'astuzia Totokamen riesce ad avere la meglio sulla forza bruta di Maciste.

 

 

 

Film completo: Totò contro Maciste

Critica: Comicità di casa nostra e di grana grossa, con questo film, dove il nostro comico più popolare, valendosi di una spalla d'eccezione come Nino Taranto, fa una sorta di parodia alle egizianerie con muscoli. E' materia di facile divertimento per chi a Totò chiede soltanto i consueti lazzi mimici e verbali. Ha diretto Fernando Cerchio, tentando di mettere in burletta un genere da lui stesso coltivato: ma è difficile fare la parodia della parodia. La Stampa, Torino 1 settembre 1962.

 

Se si prescinde da alcune brevi sequenze di "Totò all'inferno", questo "Totò contro Maciste" è la prima parodia dei film storico-mitologici. Il personaggio di Maciste, più o meno rielaborato, percorre l'intero arco del secolo sia in letteratura che in cinema e persino nei fumetti. Fellini ha sempre dichiarato che il primo film che vide nella sua vita, all'età di sei anni, fu proprio "Maciste all'inferno" (1926), di Guido Brignone. Della interminabile lista su Maciste fa parte questo inevitabile "Totò contro Maciste", che è ovviamente una parodia di quel tipo di film.

 

Si ripropone il colore dopo "Racconti Romani" del 1955. Il film è un pretesto per esibire la coppia de Curtis-Taranto (rispettivamente Totokarnen e Tarantenkamen) in una serie di sketches di provenienza rivistaiola. Totò, pur schiacciato in un ruolo che ha tutto il sapore dell'avanspettacolo filmato, riesce a costruire un personaggio spassoso, che però appartiene più al fumetto animato o al "Corriere dei Piccoli" che al linguaggio cinematografico.

 

Gradevoli soprattutto quelle scene che strizzano l'occhio al presente, ma senza esagerare nell'infrangere la barriera del realismo minimo (il dialogo con l'impresario del night di Tebe, Luigi Pavese, alcuni duetti con Taranto, certi assolo ecc.) e senza far regredire Totò al periodo dell'esordio (mimica esagerata, contorsionismi, smorfie, modo di camminare e di correre, strusciare i piedi per terra all'indietro, appoggiarsi a una parete che non c'è, ecc.).

 

Si tratta ovviamente di una consapevole caricatura, nella quale vi sono momenti di autentico umorismo, come la scena più esilarante di tutto il film, in cui Totò commenta le varie frasi con l'intercalare di "ah". Taranto protesta che gli dà fastidio, allora Totò passa a dire "oh". Taranto protesta ancora e Totò cambia con "eh". All'ennessima protesta commenta con "zeta".

 

Anche pregevole è l'allocuzione di Totò alle truppe, che diventa un'esilarante caricatura dei discorsi di Mussolini oppure il duello con Maciste, che diventa un incontro di pugilato con tanto di gong e di allenatori agli angoli del ring improvvisato. Innumerevoli le gags verbali quali Tu, prode -No, a me non mi prode.

 

La faraona, pensa che io l'avevo scambiata per una padovana, è evaso di notte (plagiato da "Un turco napoletano"), Pompa magna, ma non pompa e non magna. Sei edotto? Sì, fanno quattordici, Smettila con questo incenso. Quante volte ti debbo dire che sono incensurato. Questo è un cimento armato, Signori in corazza! , Spezzeremo le reni a Maciste e a Rocco e i suoi fratelli. Sei un pusillanime - Badi come parla. L 'anima puzzerà a lei, cronico per cronaca, eziandio, mormòrio per mormorìo, nefrite per Nefertite, pettinare per pedinare, ecc. Totò canta in modo divertente l'allora famosa canzonetta di Mina "Le mille bolle blu".

Tratto da "Totò principe clown" di Ennio Bìspuri per gentile concessione

 

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