Totò e la televisione

  

 

 

 

Totò non amava molto la televisione.

Era convinto che fosse un mezzo che divorasse gli attori fino a bruciarli e perciò preferiva considerarsene un fruitore piuttosto che un interprete.

 

Nonostante la sua idea però, si lasciò convincere nel 1958 a partecipare a Il Musichiere di Mario Riva.

 

L'incontro con il presentatore con il quale aveva già lavorato nel passato in numerose riviste fu molto affettuoso, ma durante la trasmissione l'attore si lasciò scappare un "Viva Lauro", l'allora sindaco di Napoli. La frase lascio interdetto lo stesso Riva che esclamo "...ma Toto.."; e lui di rimando: "A me piace Lauro...".

 

I dirigenti democristiani della Rai mal tollerarono che un personaggio così popolare inneggiasse al capo del partito monarchico e per molti tempo il Principe non venne più chiamato in televisione.

 

Passarono molti anni fino a quando, nel 1966, riapparve sul piccolo schermo in una trasmissione televisiva molto seguita Studio Uno, in cui duettò lungamente con Mina che alla fine cantò una canzone scritta dallo stesso Totò. <<articolo correlato: Totò visto da Mina>>

Clip: Totò e Mario Riva a Studio Uno

Clip: Totò e Mina a Studio Uno

Clip: Totò e Mina, Baciami

Clip: Luigi Silori intervista Totò nel 1965



Le apparizioni di Totò in TV: con Mario Riva a Studio Uno, con Mina a Studio Uno, sempre con Mina che canta la canzone "Baciami" scritta dallo stesso Totò. Infine Luigi Silori intervista Totò nel 1965, l'intervista si conclude con la recita della poesia inedita L'Acquaiola.

Totò con Mina e le KesslerIl successo di quell'apparizione fu tale che i dirigenti Rai si convinsero a progettare una serie televisiva incentrata sull'attore che raccogliesse il meglio del suo repertorio teatrale e dei suoi sketch. Della messa a punto dei copioni si occupò Bruno Corbucci, mentre la regia venne affidata a Daniele D'Anza. La serie rappresento il testamento spirituale dell’attore.

Le dieci puntate previste, infatti, dovettero essere ridotte a nove per la sopraggiunta morte del protagonista.

 

Così il regista ricorda quell'esperienza: "Il ricordo che ho di Totò è un ricordo più umano che professionale, perché per l'amicizia particolare che si era creata tra di noi, per il suo carattere enormemente dolce, enormemente generoso - aveva la gentilezza e la squisitezza di modi un po' perduti, un po' scomparsi - soprattutto per questo motivo ho fatto questa antologia dei suoi sketches vecchi e nuovi che personalmente, come regista, non mi interessavano molto, doveva essere più che altro un omaggio.

 

 

Totò stava già piuttosto male, poteva lavorare poco, solo quattro ore al pomeriggio, ci metteva tantissimo   per doppiare, perché vedeva pochissimo, vedeva solo frammenti sullo schermo.

Mi sembrava doveroso cercare di lasciare uno specie di album fotografico di lui, non è stata una regia nel vero senso della parola. Egoisticamente mi dispiace di non aver avuto invece l'occasione di lavorare con l'autentico Totò".

Le riprese durarono poco più di tre mesi. Fu un'impresa assai faticosa sulla quale lo stesso Totò non nascose delle forti perplessità. Lui stesso, infatti, non era convinto dell'efficacia di quelle vecchie scenette: "Che dici faranno ancora ridere, oggi queste battute di tanti anni fa?" chiedeva insistentemente alla sua fedele spalla Mario Castellani.

 

In realtà, temeva di essere nuovamente al centro di una mediocre speculazione commerciale che avrebbe finito per svilire la sua arte. Di questo ne parlò più volte con lo stesso D'Anza: "Il fatto è che io, arrivato a questo punto della mia carriera, piuttosto che in televisione avrei preferito lavorare nel teatro di prosa.

Proprio qualche settimana fa, Giuseppe Patroni Griffi mi aveva proposto di esordire in "Napoli notte e giorno" di Raffaele Viviani; ho dovuto rifiutare perché i personaggi di Viviani, umili e dimessi, non sono adatti alla mia comicità aggressiva, che peccato!"

Ad ogni modo, si adoperò con scrupolo e professionalità affinché tutto andasse per il meglio. Daniele D'Anza in occasione del lancio dei telefilm, scrisse:"Se ora tento di riassumere in una immagine sola l'esperienza di tre mesi che ho passato accanto a Totò, suo ultimo regista e suo primo regista televisivo, ritrovo, si, quel segno aggressivo della sua mimica scattante anche sull'orlo dei settanta, ritrovo la prodigiosa marionetta che continuava ad essere anche dopo lustri di palcoscenico e cento film.

 

Ma lo ritrovo marionetta anche in questo, nella carica che dava esattamente per il tempo previsto per la scena, e poi nel suo istantaneo afflosciarsi o irrigidirsi appena la scena era finita, nel suo meticoloso uscire dal personaggio teatrale per rientrare di colpo nel principe De Curtis".

Proprio al suo ultimo regista aveva regalato in un gesto di affetto una moneta d'oro da lui appositamente coniata che da un lato recava la scritta in hoc signo vinces, mentre sul rovescio riportava il suo profilo, quello migliore, dove l'asimmetria del volto si percepiva appena. Assieme ad essa un certificato di autenticità. Era il suo ultimo regalo, il suo modo di dire grazie. Principe fino all'ultimo istante della sua vita. <<articolo correlato: Totò biografia-Lascia o raddoppia>>

 

Le apparizioni di Totò in TV: A sinistra con Mario Castellani nel famoso sketch "Pasquale", a destra con Lello Bersani per TV7; l'intervista prende lo spunto dai festeggiamenti in onore di Totò, in occasione degli incontri Internazionali del cinema. Gli invitati, tra cui Franca Faldini e Liliana De Curtis, cantano in coro "Malafemmena". Totò si commuove.


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Totò e Mario Castellani sketch "Pasquale" Intervista di Lello Bersani a Totò per TV7

Nell'autunno del 1966 Totò girò nove sketch pubblicitari per la RAI, che andarono in onda su Carosello oggi di questi ne sopravvivono solo due, probabilmente gli altri sono stati distrutti.

Totò cassiere  Totò calzolaio  Totò spazzino  Totò petroliere  Totò proprietario di ristoranti  Totò farmacista  Totò barista  Totò giocatore  Totò elettricista

Nel gennaio 1967 vennero girati altri sette caroselli. Il progetto era di dieci ma Totò non riusci a finirli tutti perché era impegnatissimo; questi sketch non vennero mai messi in onda in quanto furono trafugati prima di essere utilizzati.

 

Totò ingegnere  Totò pittore  Totò meteoronauta  Totò iettatore  Totò ferroviere  Totò operaio  Totò giardiniere

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Giancarlo GoverniSono stati trasmessi dalla RAI i seguenti special su Totò

di  Giancarlo Governi

Il pianeta Totò: ideato e realizzato da Giancarlo Governi, musiche di Piero Montanari, montaggio di Lamberto Mancini. Prima edizione: 30 puntate quotidiane, Raidue 1981.Seconda edizione: 25 puntate quotidiane, Raidue 1983. Terza edizione: 30 puntate, Raidue 1988.

Totò, un altro pianeta - 15 puntate di Giancarlo Governi 1993 - regia di Alberto Orsi. Musiche di Piero Montanari durata 750 minuti

Tocco e ritocco - 4 puntate di Giancarlo Governi  1994 - regia di Alberto Orsi. Musiche di Piero Montanari

La vita del Principe Totò - 2 puntate di Giancarlo Governi 1995 - regia di Alberto Orsi. Musiche di Piero Montanari

Totòcento - 2 puntate di Giancarlo Governi 1998 - regia di Silvio Governi. Musiche di Piero Montanari

Omaggio a Totò  - 1997 di Giancarlo Governi in una puntata

A prescindere... -  di Giancarlo Governi in due episodi. Scritto da Giancarlo Governi e Leonardo Settimelli, regia di Silvio Governi. Musiche di Piero Montanari durata 100 minuti

 

Inoltre sono stati trasmessi dalla Rai, i seguenti documentari:

Totò 2001  - (2000) di Marco Giusti durata 240 minuti

Un principe chiamato Totò - (2007) di Fabrizio Berruti durata 75 minuti

Totò, Napoli...ed io - (2009) di Diana De Curtis e Francesco Brancatella, durata 55 minuti

 

 

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