Nell'autunno del 1966 Totò girò nove sketch pubblicitari per la RAI che pubblicizzavano il doppio brodo della Star che Totò aveva girato come gli anni precedenti avevano fatto Renato Rascel e Raffaele Pisu, con sceneggiatori come Lina Wertmuller, Leo Chiosso, Oreste Lionello, e registi come Vito Molinari e Gianfranco Bettetini.
Sembra che la diffidenza di Totò sia stata vinta dall'operatore Giuseppe Caracciolo, che vanta una lontana parentela con il principe. Il regista è Luciano Emmer, uno dei numeri uno di Carosello per il quale ha girato anche la famosa sigla con i sipari che si aprono, maestro riconosciuto della pubblicità televisiva al quale si devono le canzoni sceneggiate di Nilla Pizzi per la Fabbri, le parodie gangster con Dario Fo per l'Agip, le imperse di Ercolino con Paolo Panelli per la Galbani, le avventure di Agostino con Carlo Dapporto per la Durban's, la serie Alighiero barman sincero con Alighiero Noschese per la Ramazzotti e tanti altri spot famosi, andarono in onda su Carosello; oggi di questi ne sopravvivono solo due, probabilmente gli altri sono stati distrutti. "Totò cassiere" "Totò calzolaio".
Subito dopo la prima serie di caroselli se ne mette in lavorazione una seconda, scritta e diretta da Giuliano Biagetti per "Fotogramma". Le pellicole sceneggiature sono scritte dal regista con Totò a casa dell'attore. La spalla questa volta è lo straordinario Mario Castellani. Se ne girano sei episodi, tra i quali un Totò astrologo che sembra particolarmente divertente. Una mattina la troupe aspetta inutilmente l'attore sul set per avviare la lavorazione degli altri episodi. Ma Totò manca all'appuntamento perchè è morto durante la notte.
Il materiale girato è stato conservato amorosamente per anni fino a che non è stato rubato durante un furto ai magazzini della casa di produzione. Se i ladri sono appassionati di Totò, prima o dopo lo restituiranno.