Le luci furono bestiali, a Totò spesse volte gli fumava la parrucca. Poi piano piano, quando cominciai a non dare del tutto retta ai tecnici della Ferrania, riuscii a calare un po' le luci e ottenni anche qualche piccolo effetto. Ad esempio secondo loro non si poteva fare il raggio attorno a Totò quando recitava il burattino sul palcoscenico. Invece io feci di testa mia e difatti venne bene. Appena finita una scena, Totò cercava di scapparsene dal teatro, mi sembrava una farfalla acciecata e sbruciacchiata dalla lampada. Una sera si sentì male, aveva la parrucca arroventata perché, oltre ai riflettori, attorno alla macchina da presa si accendeva, al ciak, una corona di lampade che era stata ribattezzata " il mostro ". Così gli dovettero mettere una borsa di ghiaccio in testa, perché gli era venuto una specie di colpo di calore. Quando poi anni dopo si ammalò agli occhi, io ripensai tante volte a quelle luci, pensai che, chissà, potevano avergli provocato un primo danno alla vista. Ritrovai Totò altre volte, per esempio per Uccellacci. Quando Pasolini lavorò con Totò, gli faceva dire cose proprio sue, insomma di Pasolini. Ricordo che al tempo di Uccellacci Totò diceva: " Non capisco quello che mi fa fare o che sta facendo, vuole che corra tutto il giorno, però, mannaggia, mi piace! " Quando facemmo con Lattuada a Urbino La mandragola, Totò, vestito da frate, se ne stava in un angolo tra una scena e l'altra. Aveva già avuto la malattia agli occhi e allora, appena poteva, cercava di sfuggire la luce violenta. Così si ritirava in un angolo e faceva finta di vedere tutto. In effetti era semicieco. Un giorno venne sul set Carla Del Poggio in visita al marito Lattuada, era in compagnia di Alida Valli e insieme si avvicinarono a Totò per salutarlo. Ma mentre Carla, che sapeva bene del barlume di vista che gli restava, si qualificò subito, la Valli che non ne era del tutto a conoscenza gli disse semplicemente: " Oh, caro Totò, come sta? ", con quel vocione basso che la distingue. E lui, tirando a indovinare, dovette dedurre che insieme a Carla doveva esserci il padre colonnello di lei perché ribatté: " Oh, caro colonnello, che piacere vederla! " Poverello, in quei casi si avviliva, per quello tirava a isolarsi. Difatti diceva che per vedere la gente " con la periferia dell'occhio " avrebbe dovuto farla sdraiare a terra, a terra ci vedeva. E difatti nell'intrico dei cavi si muoveva molto disinvolto.
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