Intervista a Salvatore Cianciabella, autore del libro “Siamo uomini
e caporali”
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Alessandro Schiavone
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Gli
articoli di Salvatore Cianciabella:
Il pianeta Totò – Ciao
Salvatore, innanzitutto
complimenti per il tuo libro che
a noi appassionati di Antonio De
Curtis risulta davvero originale
e, soprattutto ci offre nuovi
spunti di riflessione, non
soltanto per una nuova lettura
delle opere dell’attore ma anche
e soprattutto per questioni più
generali che ci riguardano più
da vicino come esseri umani.
Potresti, innanzitutto,
raccontarci da dove è nata
l’idea di scrivere un testo su
Totò e sulla Psicologia della
disobbedienza?
Salvatore – Circa
quattro anni fa mi ritrovavo a
preparare una lezione sulla
persuasione e il mio intento era
trovare spunti cinematografici
per far comprendere meglio
alcuni principi e tecniche
utilizzate dai truffatori. Mi
venne in mente
Totòtruffa’62, e guardando e
riguardando diverse scene,
soprattutto quella della fontana
di Trevi, notai che Totò faceva
spesso uso del principio di
autorità, ovvero, utilizzando
titoli e “ornamenti” vari faceva
credere all’interlocutore di
essere “il Cavaliere Ufficiale
Antonio Trevi” o “l’ingegnere
del Comune” (nella scena del
Vespasiano), riuscendo sempre
nei suoi intenti, ovvero
truffare il povero malcapitato a
sborsare ingenti cifre di
denaro.
Il pianeta Totò – E la
scelta del titolo?
Salvatore – Studiando
più in profondità le opere di De
Curtis, mi accorsi che la teoria
degli uomini e dei caporali
rappresentava per Totò un punto
di partenza per il suo
personaggio e per le varie
maschere che ha interpretato.
Scoprii infatti, leggendo il
testo di Ennio Bìspuri (Totò
attore) che il personaggio
interpretato dall’attore De
Curtis nacque durante la sua
esperienza militare, quando si
ritrovò ad avere a che fare con
dei caporali e con uno in
particolare che abusava del
proprio potere per vessare i
poveri commilitoni. Parlai delle
analogie tra questa
[1]
esperienza di De Curtis e il
famoso esperimento della
Stanford Prison del prof.
Zimbardo all’amico Piero
Bocchiaro, ricercatore e collega
del professore americano, e fu
lui a suggerirmi il titolo,
rievocando la prima biografia
parziale dell’attore intitolata
“Siamo uomini o caporali?”.
Totò, un po’ come tutti noi
divideva il genere umano in
categorie, la Psicologia Sociale
dimostra, invece, quanto sia
sottile il confine tra il bene e
il male e come le situazioni
possano influenzare la condotta
di tante “brave” persone.
Il pianeta Totò
– Quindi la
teoria di Totò andrebbe
rivisitata?
Salvatore – Bisogna
considerare che la fatidica
frase venne pronunciata un
secolo fa, quando la Psicologia
Sociale era agli esordi, allora
non si possedeva la mole di dati
delle ricerche scientifiche che
tuttora continuano a fornirci
risultati sorprendenti.
L’esperimento di Zimbardo, così
come quello di Stanley Milgram,
realizzato proprio agli inizi
degli Anni ’60, hanno un po’
sconvolto tutti noi, soprattutto
chi pensava e pensa tuttora che
il male sia una caratteristica “disposizionale”,
geneticamente determinata e,
quindi, presente in alcuni
individui più “cattivi” di
altri. Esistono persone
“caratterialmente” sadiche, ma
per nostra fortuna sono una
esigua minoranza, purtroppo però
a causa di circostanze
situazionali buona parte di noi
può diventare un burattino del
sistema e agire di conseguenza.
Dobbiamo, quindi, pensare alla
facilità con cui noi stessi
siamo spesso vittime dei nostri
modi di pensare che ci portano a
ricercare un capro espiatorio
favorendo così il sistema che
può così deresponsabilizzarsi
rispetto a determinate
situazioni che, invece
andrebbero considerate nella
loro complessità. È facile
cadere in certi tranelli, poiché
la nostra mente ricerca
costantemente delle scorciatoie
che non sempre ci portano a
comportarci nel migliore dei
modi…
Il pianeta Totò – …quindi
Totò ci permette di riflettere
anche sulla nostra natura e su
certi processi psicologici?
Salvatore
– Le opere d’arte sono eterne in
quanto rappresentazione di
aspetti della natura umana più
profonda, e Totò mi sorprende
sempre per la sua capacità di
cogliere aspetti fondamentali
della nostra natura e questo
molti registi l’avevano intuito,
facendogli interpretare ruoli
importanti, basti pensare a
Guardie e Ladri e a
Totò e
Carolina per avere un’idea di
come
Monicelli cercò e riuscì a
far interpretare a Totò ruoli
determinanti per criticare con
la satira il sistema dell’epoca,
non è un caso, infatti, che
“Totò e Carolina” risulti tra i
film più censurati del cinema
italiano.
Il pianeta Totò – Ora
capisco, come tu stesso mi hai
raccontato, l’entusiasmo
mostrato da
Liliana De Curtis
all’idea del tuo progetto.
Salvatore
– Devo senza ombra di dubbio
ringraziare
Liliana e la figlia Elena
per avermi incoraggiato,
sicuramente la loro approvazione
ha contribuito notevolmente a
fornirmi sicurezza in momenti in
cui avevo più bisogno di
supporto e di conferme, così
come l’appoggio di persone come
te che seguono in modo
appassionato Totò da molto
tempo, mi riferisco in
particolar modo al sostegno di
Gianfranco Ponte, noto impersonator dell’attore e a
studiosi come il filosofo Ennio
Bìspuri, noto ai seguaci del
principe per la sua passione e
competenza.
Il pianeta Totò – Dando
un’occhiata
al tuo sito ho
riscontrato con grande piacere
che fai vedere sketch
cinematografici di Totò a
studenti delle scuole superiori
per parlare di comunicazione,
persuasione ed eroismo.
Salvatore – Esatto.
Da un paio di anni ho deciso di
importare il progetto formativo
del prof. Zimbardo intitolato
Heroic Imagination Project.
Come dicevo esiste un numero
esiguo di persone geneticamente
determinate ad agire per il
male, così come può dirsi
altrettanto per altre persone
che hanno fatto della propria
vita un progetto di eroismo per
cercare di fare del mondo un
posto migliore, persone come
Madre Teresa di Calcutta e
Martin Luther King e altre che
hanno salvato vite umane
rischiando la proprio, come
Giorgio Perlasca. E come dicevo
la maggior parte di noi si trova
in quella grande fascia
intermedia costituita da persone
che spinte dalle forze
situazionali e sistemiche, oltre
che caratteriali, può trovarsi
ad agire verso il male o verso
il bene. Sicuramente una leva a
favore di condotte positive è
costituita dalla consapevolezza
delle dinamiche psicologiche che
agiscono inconsciamente e con
gran forza nelle nostre menti,
tale consapevolezza può aiutarci
a neutralizzarne l’insorgenza e
le condotte conseguenti.
Esperimenti come quello della
Stanford Prison ci hanno aiutato
a riflettere sulla banalità del
male, adesso come afferma Zimbardo, è giunto il momento di
focalizzarci più sulla banalità
del bene e dell’eroismo. La
formazione, in questo senso, può
essere un buon punto di inizio e
di riflessione e la ricerca, che
spesso prende spunto da casi
reali e di cronaca, ne
costituisce l’alimento
fondamentale. Io credo che gli
psicologi debbano anche trovare
i tempi e il modo di uscire dai
loro laboratori per comunicare
alla gente i risultati delle
loro ricerche.
Il pianeta Totò – Quindi, mi
sembra di leggere tra le righe
che ognuno di noi deve far
qualcosa…
Salvatore
- Come diceva Steve Jobs, “la
vita non la si vive e basta,
bisogna lasciare un segno” e,
continuando con Michael Jackson
“se vuoi fare del mondo un posto
migliore, dai uno sguardo a te
stesso e cambia”. Non possiamo
più lasciare che altri decidano
per noi, anche perché se non
facciamo nulla diventiamo
complici del sistema. Ognuno di
noi deve fare la propria parte,
offrire anche un piccolo
contributo e, possibilmente,
cercare e ricercare la verità,
prendere e far prendere
consapevolezza su ciò che gli
accade intorno. E Totò lo faceva
già durante le sue
interpretazioni teatrali quando
interpretava, addirittura, il
duce. È soprattutto per questo
motivo che ritengo Totò il
tramite ideale per raggiungere
il pubblico più vasto, poiché
nessun attore meglio di Totò ha
saputo rappresentare i rischi
dell’autoritarismo e
dell’obbedienza cieca. Siamo
liberi di continuare a vedere i
suoi film e di ridacchiare alle
sue scenette cinematografiche,
siamo liberi di continuare a
ridacchiare delle gaffes dei
nostri politici, ma dobbiamo
forse anche renderci conto che i
clown, e Totò lo era, sono tra
le persone più serie e sensibili
che il mondo abbia potuto
regalarci. "Io so a memoria la
miseria", diceva "e la miseria è
il copione della vera comicità.
Non si può essere un vero attore
comico senza aver fatto la
guerra con la vita". I veri
comici hanno compreso l’essenza
della vita e cercano di farci
prendere consapevolezza con le
loro perfomance teatrali. I veri
comici sono persone nelle quali
è facile proiettare le nostre
disavventure e nelle quali
inconsciamente ci
identifichiamo. È per questo che
“Totò è sempre Totò”!
Il pianeta Totò – Grazie di
cuore a te, per la disponibilità
e per ciò che stai facendo. Sono
convinto che Sant’Antonio De
Curtis ti stia guidando e
proteggendo!
Salvatore
– Ne abbiamo tutti bisogno,
intanto facciamo la nostra
parte, poi, se esiste l’aldilà
avremo modo di riparlarne ;)
[1]
in cui
veniva dimostrato come
spesso brave persone si
trasformano in carnefici una
volta indossata la divisa
dell’autorità.
Vi ringrazio di cuore tutti per
avermi sostenuto, spero di
incontrarVi ancora. Per il
momento mi riprometto di
aggiornarVi costantemente
tramite il sito
www.siamouominiecaporali.it
su eventi legati al mio
progetto, che come avete
intuito, non è soltanto
“editoriale”, nella speranza di
trovare e “formare” sempre più
uomini e sempre meno caporali.
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