Totò visto da:   Paolo Heusch

 

Il comandanteIl comandante fu un disastro, andò proprio malissimo. Avevo già incontrato Totò sul set di parecchi film, lui non si ricordava ma avevamo già fatto tre o quattro film quando facevo l'assistente o l'aiuto di Franciolini, di Comencini; avevo fatto L'imperatore di Capri come assistente e Racconti romani.

 

Totò era molto eccitato di fare un film di questo genere, gli piacque moltissimo la storia, era contento di fare un film diverso, diceva: «Dobbiamo farlo bene», era sempre estremamente attento, quasi come un principiante che ha paura di sbagliare.

 

La lavorazione era difficoltosa perchè non ci vedeva, anche se suppliva con la sua tecnica straordinaria, mi diceva: «Guidami per un braccio e fammi vedere il percorso che devo fare e dove mi devo fermare, sta' tranquillo che a quel punto mi fermo».



Non ci vedeva a doppiarsi, allora bisognava fare tutto in presa diretta e a quell'epoca ancora non c'era stata la televisione, che ha obbligato molti a fare la presa diretta; non c'erano nemmeno tecnici capaci, microfoni adeguati.

Non c'era poi nessun rapporto fra il tipo di recitazione di Totò e quello di Andreina Pagnani: per lei il film fu un'esperienza un po' traumatizzante.

Mentre la Pagnani era un' attrice di teatro che dice le sue battute con certi tempi, ricorre alla tecnica quando magari non si ricorda una battuta e la tira per le lunghe, Totò era uno che diceva quello che doveva dire, si studiava le battute, se le ripeteva nel suo angoletto.

 

 

 

 

 

 

 


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