Totò visto da:   Piero Vivarelli

 

Piero VivarelliTotò era straordinario. Tutti mi hanno detto: chissà adesso come ti troverai con il principe. Io mi sono trovato non bene, ma benissimo. Sulla storia di Rita la figlia americana mi hanno fatto solo osservazioni giuste.

Fu lui che chiese di fare il pezzo ballando con i Rokes, ci teneva sempre ad essere à la page, a conquistare un'altra fetta di pubblico: la Pavone e i Rokes rappresentavano il pubblico dei giovani e quindi era ben felice di fare il film purchè la storia funzionasse.

 

La storia definitiva è praticamente un plagio di Serenata a Vallechiara, il famoso film in cui Glenn Miller adotta un'orfanella di guerra svedese, va a rivelarla aspettandosi una bambina e invece arriva Sonja Henie, la campionessa di pattinaggio.

Partimmo da questa trovata e ci inventammo che Totò adotta una bambina orfana di un terremoto in Cile, va a prenderla all'aeroporto e arriva Rita.



La trovata sbloccò il film e tutto diventò più facile. Poi come in tutti i film Rock, ci abbiamo messo il posto dove tutti i ragazzi si riuniscono per fare musica, la musica dà fastidio e il resto viene di conseguenza.

La RCA aveva sia i Rokes che la Pavone: rispettavamo il genere solo che invece di avere cinque o sei cantanti diversi avevamo un gruppo e una cantante, più Fabrizio Capucci che volle per forza cantare una canzoncina.

 

 

 

 

 


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