Totò,
il Principe, non si tocca !!
In questa estate metereologicamente
soffocante e finanziamente agghiacciante le pagine dei quotidiani, almeno qui
nella Riviera di Ponente, hanno, fino ad ora, fatto “notizia” con Totò, anche
se, a stretto rigor di logica con gli eventi accaduti, ciò risulta inspiegabile,
perché qui siamo a Nord e Totò del Nord non è!
Il busillis della bagarre estiva è tutto qui: un sindaco ahimè poco brillante
nel pensiero e molto vendicativo politicamente, dopo tre soli mesi dall’
insediamento, senza curarsi dei problemi concreti dei cittadini di Alassio,
città al “Bacio” della Riviera Ligure, decide di rimuovere la statua dedicata a
“Totò Principe della risata” posta in un giardino alassino appena due anni fa,
dalla precedente giunta comunale, ovviamente di altra fede politica: ça va sans
dire!
L'oltraggio
più grave si riversa non certo
sull’Artista, grandissimo al punto da
non aver neppur bisogno di essere
difeso, e neppure sulla giunta comunale
ormai sostituita, perché come si dice:
“Passata la festa gabbato lo Santo”, ma
sullo sciagurato politico che attuando
il suo progetto
“storico/cultural/rivendicativo” ha
fornito la seguente lapidaria
motivazione alla rimozione del manufatto
artistico:
“Totò non è nato ad Alassio!”,
dalla quale si evince che nonostante la
attuale militanza nel PD, la matrice
leghista di questo personaggio politico
non è perduta.
La bagarre è partita tra profferte di
“Asilo Politico” per il busto
ostracizzato, verso porti “franchi” come
Cuneo o Firenze, o con suggerimenti da
parte di persone più o meno note che,
anche sull’onda dei festeggiamenti
dell’Unità d’Italia, propongono una
eguale “catarsi” per altre titolazioni
ovunque presenti e non più pertinenti
rispetto alle motivazioni addotte dal
primo cittadino gaffeur.
Basti pensare alle tante “Piazze Cavour”
(o Càvur secondo le locali dizioni, come
ricorda Renzo Arbore) poste fuori dalla
capitale piemontese, per non parlare di
piazze o vie intitolate a Giuseppe
Garibaldi che dovremmo rimandare diritte
al mittente, cioè a Nizza, in Francia!
E
che dire poi di Costantino, che era trace ( e non truce, come ci suggerirebbe
ammiccante Totò!), o di certe ampie vie intitolate da zelanti giunte:
Corso
URSS, una realtà non geografica inerente una nomenklatura non certo italiana e
che sopravvive nonostante la storia abbia cambiato politicamente i nomi e i
governi di queste terre.
Insomma un’unica voce da ogni angolo d’Italia, dall’Alpi al Lilibeo (per citare
un poeta dimenticato ma sempre caro, Giueppe Giusti) si è levata per difendere
la memoria del Principe.
Il Sindaco di Alassio peraltro ha proseguito imperterrito nel suo progetto
ponendo nella collocazione che è stata del Principe De Curtis un nuovo busto,
dedicato ad un alassino “doc”,il Conte Morteo, benefattore del comune, a tutti
sconosciuto.
Così quel sindaco, a suo modo ha creduto di chiudere la vicenda, pur lasciando
ancora in sospeso una eventuale asta del busto espunto, allo scopo di ricavare
non meno di 15000 euro, tanto per rinfocolare le più bieche storielle
sull’avarizia ligure!
Infine,
successivamente e ormai a polemiche
spente, sulla vicenda ha aggiunto un
breve ma incisivo intervento il neo
sindaco partenopeo che ha saputo, con
grande delicatezza chiudere il circolo
vizioso di questa sudaticcia notizia
estiva.
Dice De Magistris che la vicenda ha
ancora una volta dato l’opportunità di
evidenziare, se mai ve ne fosse stata
necessità, che: “A prescindere, Totò
unisce gli italiani.” e sottolineo io,
perchè è un Artista italiano nativo di
Napoli.
Quasi dimenticavo, Alassio, naturalmente
non è una città al “Bacio” per questa
vicende, ma per la specialità dolciaria
locale i benemeriti “Baci di Alassio”
che anche il Principe De Curtis
degustava nei suoi frequenti soggiorni
alassini e che forse il sindaco, non
conosce, visto che ha l’ ”amaro” in
bocca!
Finale Ligure 7 Settembre 2011 Emanuela
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