Totò visto da:   Alberto Lattuada

 

 

Alberto LattuadaPerché Totò non perdesse ne La mandragola nemmeno un grammo della sua comicità, bisognava lasciarlo parlare come parla di solito. Abbiamo dovuto perciò giungere a un compromesso: nel film fra' Timoteo è un fiorentino d'adozione, un monaco " che venne dal napoletano, dov'ha fatto lunga pratica ", come dice una battuta aggiunta al copione.

D'altra parte, non è stato un grave attentato alla veridicità della storia. Un frate è un po' come un soldato, può essere reclutato anche fuori regione.

Per il resto, Totò è un fra' Timoteo perfetto, con la sua capacità di convincere e quel l'aria furbesca piena di sottintesi.

Non era facile trovare ne La mandragola, un episodio in cui Totò potesse scatenarsi utilizzando tutte le sue risorse espressive. Nel copione non era prevista una parentesi di follia medianica, come quella che Totò crea di sua iniziativa sulla scena o nei film.

È stato necessario inventarla apposta per lui: alla fine della commedia, quando Callimaco e Lucrezia passano la notte insieme, e Machiavelli canta il trionfo dell'amore, il turpe fra' Timoteo ha un dialogo con la morte; o meglio c'è un agitato monologo di Totò con questa realtà invisibile, o visibile solo per lui.

Da solo, Totò fa una rappresentazione comico-macabra, una specie di danza degli scheletri come se ne vedono tante nell'iconografia medioevale.



La mandragolaAbbiamo avuto l'idea di introdurre fra' Timoteo che ipocritamente confessava il suo errore.

L'amore per il denaro, le corruzioni subite e fatte, l'inganno che stava elaborando doveva in qualche modo sfogarli, ma non dicendolo a nessun vivente, bensì in un chiostro pieno di mummie, ai morti: " Forse ho sbagliato, ma ho fatto a fin di bene " eccetera eccetera, davanti alle mummie, accendendo una candela in più, una candela in più in modo da illuminare tutto l'ambiente, e creare coi morti una specie di solidarietà, per poi allontanarsi dicendo: " A presto! " Un dialogo con la morte che riuscì benissimo.

Mentre giravo, un prete vero protestava bloccato da uno della troupe perché facevamo sacrilegio, e io a Totò: " Vada avanti! Vada avanti! " Tutto girato in fretta, con un risultato bellissimo.

Poi, visto e rivisto, Bini mi convinse, dicendo: " Bada che siamo già quasi al finale, questa pausa rallenta ", e mi convinse purtroppo a tagliare il pezzo.

 

Totò aveva un grandissimo rispetto per il regista, ci fu solo qualche difficoltà tecnica perché già non poteva vedere molto bene, e io gli preparavo dei percorsi che facevamo prima insieme e questo 10 rendeva molto sciolto nei movimenti quando giravamo. E quanto al personaggio, era capace di concentrare e rappresentare tutta la corruzione della chiesa in una sola smorfia!

 

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